Esplorando la frontiera quantistica con Matteo Chiesa
Il computing quantistico sta passando progressivamente da concetto teorico a strumento concreto per sperimentazioni pratiche. Per i leader aziendali, la sfida consiste nel capire quando e come impegnarsi con queste tecnologie trasformative per restare competitivi. Per fare chiarezza sullo stato del quantum computing e sulle sue implicazioni strategiche, abbiamo intervistato Matteo Chiesa, Data & AI Director di BIP xTech.
Dove vediamo veri investimenti?
D: Quali settori stanno investendo seriamente nel quantum computing e dove vediamo più sperimentazione?
Matteo: In Europa gran parte dello slancio proviene da iniziative pubbliche volte a democratizzare l’accesso alle tecnologie quantistiche. Questi programmi permettono alle aziende di qualsiasi dimensione di testare casi d’uso senza costi iniziali proibitivi.
Detto questo, alcune industrie stanno già facendo progressi più concreti. I settori farmaceutico e chimico, così come alcune istituzioni finanziarie, sono chiari leader. Il loro lavoro su modellizzazione molecolare e simulazioni complesse è naturalmente allineato con ciò che il quantum fa meglio. In particolare, le aziende farmaceutiche affrontano problemi quantistici da decenni – molto prima che l’hardware quantistico esistesse. Questa esperienza permette loro di integrare gli strumenti quantistici in modo più rapido ed efficace oggi.
D: Ci sono early adopter da cui altre aziende dovrebbero imparare?
Matteo: Il settore farmaceutico è sicuramente un esempio distintivo. La scoperta di farmaci e la ricerca molecolare sono problemi intrinsecamente quantistici, quindi l’industria ha già il giusto mindset e un vantaggio iniziale. Le aziende leader stanno già integrando algoritmi quantistici nei loro workflow di R&D – ad esempio per simulare il folding delle proteine o accelerare studi sulle interazioni molecolari.
Anche il settore finanziario è interessante. Banche e assicurazioni stanno iniziando a esplorare il quantum per ottimizzazione dei portafogli e analisi del rischio. Questi progetti pilota sono ancora di piccola scala, ma mostrano come settori con problemi di ottimizzazione complessi possano apprendere dall’approccio strutturato del pharma.
Il panorama tecnologico attuale
D: Quali sono le principali tecnologie e piattaforme di quantum computing disponibili oggi?
Matteo: Il panorama del quantum computing è incredibilmente vario, riflettendo lo stadio iniziale di sviluppo del settore. Questa diversità stimola l’innovazione, ma rappresenta anche una sfida per le aziende che devono selezionare una tecnologia specifica.
IBM Q è stata una delle prime piattaforme a rendere accessibili risorse quantistiche tramite cloud. D-Wave si concentra sul quantum annealing, particolarmente adatto all’ottimizzazione combinatoria. QuEra, partner chiave di BIP xTech, sviluppa processori quantistici a atomi neutri con forte potenziale di scalabilità sia nell’annealing sia nel quantum computing basato su gate.
Questa varietà stimola l’innovazione, ma rende le scelte meno lineari per le imprese. L’approccio corretto non è scommettere su una singola tecnologia, ma comprendere come i diversi approcci si adattino alle sfide di business specifiche.
Prepararsi all’era quantistica
D: Come possono le aziende prepararsi all’era quantistica, anche se la tecnologia non è ancora completamente matura?
Matteo: La preparazione parte dalla consapevolezza e dall’upskilling. Il quantum computing richiede competenze di base impegnative, quindi le aziende, pur non avendo bisogno immediato di fisici quantistici in-house, devono stimolare curiosità e sviluppare le competenze dei team per comprendere le basi. Costruire questa literacy è essenziale per prendere decisioni informate quando si presenteranno le opportunità.
Il passo successivo è identificare dove il quantum può fare la differenza – soprattutto in settori con sfide di ottimizzazione complesse, come supply chain o servizi finanziari. Iniziare con piccoli esperimenti a basso rischio è un ottimo modo per imparare senza impegnare risorse eccessive.
Infine, le partnership giocano un ruolo cruciale. Collaborare con fornitori tecnologici e società di consulenza permette alle aziende di sperimentare e accumulare conoscenza mentre la tecnologia continua a maturare.
Perché iniziare presto è importante
D: Quali benefici concreti possono aspettarsi le aziende dal quantum computing oggi?
Matteo: A breve termine, i risultati sono limitati ma reali – pensiamo a problemi di ottimizzazione mirata o simulazioni finanziarie dove i metodi quantistici hanno già mostrato miglioramenti.
Il beneficio più importante è però strategico: le aziende che iniziano presto a sviluppare competenze interne, adottare nuovi mindset di problem solving e posizionarsi per opportunità future acquisiranno vantaggio competitivo. Come abbiamo visto con l’AI una decade fa, la prontezza è ciò che distingue i leader dai follower una volta che la tecnologia diventa mainstream.
D: Per quale tipo di azienda ha senso prendere seriamente il quantum ora?
Matteo: Qualsiasi organizzazione che affronti ottimizzazione complessa o R&D intensa dovrebbe iniziare a esplorare. Aziende con un DNA orientato alla sperimentazione potrebbero cimentarsi nel Quantum Reservoir Computing e nelle sue applicazioni al Machine Learning. Non serve impegnare grandi budget, ma è fondamentale iniziare il percorso di apprendimento. Così, quando il quantum computing diventerà mainstream, sarete pronti ad agire.
Considerazioni finali
Il computing quantistico non è più un concetto lontano – sta diventando uno strumento tangibile con prime applicazioni nel mondo reale. Imparare dagli early adopter, comprendere il panorama tecnologico e costruire oggi le giuste partnership determinerà chi saprà cogliere le opportunità di domani.
Pronto a passare dall’esplorazione all’esecuzione?
Nel nostro prossimo articolo vedremo come le aziende possano partire con piloti a basso rischio, misurare il successo e capire perché il partner giusto fa la differenza. Leggi il prossimo articolo: “Dal pilota all’impatto: come le aziende possono sperimentare il Quantum Computing”



























































